Michele Perriera, Qui è quasi giorno
regia di Rossella Marino
Circolo Ufficiali di Palermo
Giovedì 1 aprile, ore 21- Venerdi 2 aprile ore 18,30.
Perché scegliere un autore come Michele Perriera? Il regista più grande che mai abbia avuto la terra di Sicilia? Il drammaturgo più inquietante? Perché Qui è quasi giorno è opera apocalittica, tenebrosa, dello stesso spessore metafisico de Le Isole. E anche perché avrei voluto, con questo dittico rappresentato per due giorni a orari alterni, che i due grandi drammaturghi si incontrassero, e magari Perriera, curatore della sezione teatro della casa editrice Sellerio, mi aiutasse affinché fossero degnamente pubblicate le opere straordinarie di Paolo Messina. Ma non si incontrarono. Secondo un tristissimo copione visto da sempre, la rabbia dell’uomo perseguitato dal potere e la serenità dell’uomo perfettamente realizzato e più famoso non trovarono le vie della reciproca concordia. Ora che non ci sono più, li vedo quella sera insieme a compiacersi delle proprie opere ma non entusiasmarsi dell’opera dell’altro. Ma cosa altro potevo fare io, per l’autore del Muro di silenzio? Michele Perriera è stato un mio grande amico. Insieme, nell’anniversario della strage di Capaci, organizzammo una serata memorabile al Teatès intitolata Secondo cuore, secondo ragione, per onorare la memoria di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Abbiamo condiviso esperienze profonde, gli sono stato compagno di strada nell’ultima parte della sua vita, e per gli studenti spese parole entusiastiche: del resto la sua opera difficile fu dal gruppo interpretata con una partecipazione intensissima e una visione teatrale con comune. Per una sera, e fu l’ultima, il Circolo Ufficiale diventò una grande nave traversata da vele opera di uno scenografo eccellente: Ottavio Anania, e l’equipaggio degli interpreti diretto da una eccellente regia di Rossella Marino. Il tema ora.
Una nave alla deriva. Sul mare del rimorso, della menzogna, della finzione. Un uomo e una donna si promettono un amore senza parole mentre intorno personaggi senza anima ripetono le sequenze senza storia di poesie dimenticate. Cosa cela lo sguardo malinconico dell’uomo? Quale tragico segreto conosce l’Uomo delle Vele? Pur di salvarsi ha lasciato morire i suoi figli in un naufragio! Tra una rivelazione e l’altra continua il cammino della nave verso il limite estremo. Relitti di anima parlano, parlano, parlano… Cosa rimane se non il nulla ora? Il Nostromo parla di terre inesistenti, L’ufficiale di bordo racconta di mercanzie antiche. Le passeggere leggere danzano e la nave procede verso la morte, con tutto il suo carico di rimpianti e di colpe. Chi mai ci salverà? Le voci dei bambini parlano di nuove albe, mentre gli altri viaggiatori si avviamo verso l’ultimo tramonto. Ora che è finito lo spettacolo della vita, qui è quasi giorno per tutti coloro i quali hanno raggiunto la Meta. Tra di noi è quasi sempre notte e ombra.