Casablanca - Anno 2006

Festival Internazionale del Teatro Universitario : Casablanca

Non dovevamo andare a Casablanca. Il Laboratorio di Poetica era nato per testimoniare una condizione spirituale, la giovanile ribellione alle sopraffazioni mafiose, per ricordare il Sacrificio. Non abbiamo mai fatto teatro, ma usato il teatro per dare forma alle energie di anima giovani e bellissime. Partecipare a un concorso internazionale non aveva nessun senso. Un gruppo di studenti mi chiese di preparare, in autonomia, “Porte chiuse” di Sartre.
Dissi di si. Fu il principio della fine. Intanto, Paolo Messina aveva scritto il primo dramma sulla strage di Capaci e il sacrificio di Giovanni e Francesca Falcone. Decidemmo, in collaborazione con l’assessore della cultura della Provincia Regionale di Palermo, Tommaso Romano, che ne pubblicò il testo, di rappresentarlo al Teatro Biondo, il 23 Maggio 2006. La complessità della messa in scena mi distrasse da Sartre e dal gruppo, separato, che lo stava realizzando. L’ “Armonia delle sfere” ebbe due rappresentazioni, così grande fu l’affluenza di pubblico nel teatro stabile. Ma per laprima volta avvertii che “avevamo fatto teatro”, che lo spirito del Laboratorio di Poetica era uscito snaturato dall’esperienza. Poi, giunse la proposta del Preside della facoltà di Lettere e Filosofia. Dovevamo rappresentare l’Italia alla vetrina del Festival del teatro universitario di Casablanca. Non potevo dire di no. Il numero di partecipanti richiesto mi costrinse a proporre “Porte chiuse” di Sartre, la più lontana dallo spirito di testimonianza civile che ci aveva sempre animato. Il gruppo si sciolse per tensioni interne dovute alla superbia del luogo. No, non dovevamo andare a Casablanca.